DIECI DONNE, DI MARCELA SERRANO

 

 

Abbiamo letto il romanzo dell’autrice cilena

 


Dieci donne. Un unico luogo in cui raccontarsi: lo studio di una psicoterapeuta, Natasha.

Intere vite manifestano il loro intreccio dietro il sipario della vita quotidiana, dove è soltanto la nostra maschera sociale ciò che presentiamo al mondo. Ma se non ci osserviamo l'intreccio diventa una matassa e i dolori diventano traumi che plasmano la nostra psiche. Così ha vissuto ciascuna delle protagoniste di questo libro prima di affidare a Natasha la propria storia di vita. Quella di Manè, attrice decaduta e costretta, ormai in età avanzata, a insegnare recitazione per vivere, mentre lotta incessantemente contro il senso di fallimento e la finitezza della vita che generano inevitabilmente bassa autostima, amplificando quel sentimento di inadeguatezza che tormenta un po' tutte le donne, sia quelle che conducono una vita comune, sia quelle abituate alle lusinghe della ribalta. Quella sensazione di non essere mai all'altezza delle aspettative che la società cuce addosso al nostro genere, stigmatizzando ogni presunta imperfezione come un difetto di "fabbrica". Poi c'è la storia di Guadalupe, detta Lupe, una giovane donna lesbica che durante la sua adolescenza vive senza limiti, desiderosa di abbracciare il suo orientamento senza sottostare a codici morali rigidi e anacronistici. Sempre più consapevole del fatto che questa sua scelta le provocherà una sofferenza più ingombrante rispetto a quella che sovrasta la maggior parte della gente, e che lei dovrà imparare a sopportarne il peso.

«Sono nata diversa. E ogni giorno devo affrontare la mia discordanza».

E poi c'è Francisca, vittima di una madre anaffettiva, che ogni giorno lotta affinché la storia non si ripeta con le sue figlie. E ancora Ana Rosa, in bilico fra la voglia di proteggere come nessuno ha mai fatto con lei, e quella di tenere sepolte le forze oscure che scalpitano dentro di lei, generate da un passato familiare tumultuoso. Queste e altre le donne protagoniste di una storia che è come un baule dal quale estrarre dieci indumenti, ognuno diverso dall'altro, proprio come lo sono le protagoniste, per età, estrazione sociale, e ideologia politica. Diverse ma accomunate da un desiderio che ognuna di loro non smette di cullare: quello di ri-trovarsi e ri-conoscersi sbrogliando quella matassa scomoda ma sacra, perché una volta battezzate dalla consapevolezza, fine ultimo in cui sfociano la psicoterapia e qualunque altro percorso di guarigione e di crescita personale, potranno rinascere, far pace con il loro passato, sfilacciature e scuciture comprese. Strappi compresi. Anche la loro alleata in questa lotta, Natasha, si racconterà con altrettanta onestà ai lettori mostrando loro i suoi segreti, proprio lei custodisce quelli degli altri. Perché la vera protagonista di quest'opera è la donna, poiché tutte possiamo riconoscerci nelle loro fragilità ma anche nei loro punti di forza. Ma questa non è una storia per sole donne. Appartiene anche a chiunque abbia attraversato un doloroso percorso di guarigione, o che voglia iniziare a riscoprirsi. Ad ogni persona che attraverso un libro voglia capire la natura umana, ma attraverso il codice che può esserle fornito solo dall'universo femminile, descritto magistralmente dalla penna di Marcela Serrano.

Marcela Serrano nasce a Santiago del Cile nel 1951. È figlia della romanziera Elisa Pérez Walker e del saggista Horacio Serrano. Sebbene cominci a scrivere molto presto, pubblica il suo primo romanzo, Noi che ci vogliamo così bene, nel 1991. Il romanzo è la rivelazione dell'anno e vince nel 1994 il “Premio Sor Juana Inés de la Cruz”, il “Premio Feria del Libro de Guadalajara” e nel 1996 il premio della casa editrice francese “Coté des Femmes”, come miglior romanzo ispanoamericano scritto da una donna. Oltre a Dieci donne, la cui prima edizione risale al 2011, è autrice di molti altri romanzi di successo come Il tempo di Blanca (1997), il romanzo giallo Nostra signora della solitudine (1999), Arrivederci piccole donne (2004).

 

 

Francesca Sanfilippo

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