Il giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso ha presentato il suo "Gran Circo Catania"

 


Giovedì 14 giugno, alle Terme della Rotonda, bene archeologico sito a Catania, in Via della Mecca, si è svolta la presentazione di Gran Circo Catania. Guida improbabile per una città incredibile, scritto dal giornalista e scrittore Giuseppe Lazzaro Danzuso, edito da Carthago Edizioni.

La presentazione è uno dei tanti incontri culturali che rientrano nella rassegna Corra la Voce, prodotta dall'associazione Buongiorno Sicilia e finanziata, nell'ambito di Palcoscenico Catania 2024, dal Comune di Catania e dal Ministero della Cultura. Giuseppe Lazzaro Danzuso, oltre ad aver riproposto al pubblico il suo libro, la cui pubblicazione e prima edizione risalgono al 2014, nell'ambito della stessa rassegna ha tenuto, nei giorni 11 e 12 giugno, all'Auditorium di Via Zurria Catania, un laboratorio teatrale dedicato al poeta Micio Tempio, "L'amore ai tempi della carestia", durante il quale ha intervistato un discendente del poeta, Antonio Domenico Tempio, ricercatore di storia greca all'Università degli Studi di Catania. Inoltre, fra gli appuntamenti della rassegna, ci sarà anche uno spettacolo teatrale, dal titolo "Miciu e Cirano sulla Luna", scritto e girato da Danzuso, che vedrà in scena, Angelo d'Agosta, attore e regista, e Andrea Balsamo, musicista folk. La performance verrà offerta gratuitamente al pubblico, come quasi tutti gli eventi di “Corra la Voce”, e si terrà all'Auditorium di Via Zurria.

Durante la presentazione di "Gran Circo Catania. Guida improbabile a una città incredibile", l'autore ha dialogato con i membri della casa editrice Carthago, Giuseppe Pennisi, fondatore al timone dell’azienda, e Margherita Guglielmino, i quali hanno introdotto il libro e ne hanno annunciato una nuova edizione. È poi intervenuta Dora Marchese, docente e saggista, parlando dell'opera con la competenza di una donna di cultura, ma anche con la passione di una persona che, prima ancora di essere un'insegnante, è una lettrice avventurosa in cerca di storie entusiasmanti.

Inoltre all'incontro sono stati presenti, tra gli altri, Giusi Liuzzo, presidente dell’Archeoclub Catania, associazione cui si deve il recupero delle Terme della Rotonda, per anni in stato di abbandono e ridotte a discarica rionale, Maria Antonietta Raciti, vicepresidente della Società Dante Alighieri, e la regista teatrale Cinzia Caminiti Nicotra, che diresse nel 2015 ‘Ntonia e Pasqualinu, tratto da Gran Circo Catania.



"Gran Circo Catania. Guida improbabile a una città incredibile", è uno spaccato della città etnea. Tutto il pacchetto, comprese e soprattutto le sue contraddizioni e le sue manifestazioni più assurde e mirabolanti. I suoi splendori e le sue miserie, i suoi eccessi, sia per quanto riguarda gli aspetti malinconici, e sia per quanto riguarda quelli goliardici, spesso grotteschi. La sua storia e le sue leggende, una delle quali presente nel racconto "L'Etna come Avalon". Ma il libro è anche un ritratto accurato dei suoi abitanti, della loro capacità di trovare sempre idee e soluzioni per cavarsela in ogni situazione, spesso infilandosi in situazioni al limite del surreale e a volte, ahinoi, dell'illegalità. Scenari rocamboleschi che ricordano dei veri e propri numeri da circo. Perché è proprio così che Danzuso, con un sentimento di affezione profonda che permea l'intera opera, descrive la sua città: circense. "Catania circense" è infatti il titolo di uno dei capitoli del libro, che non contiene soltanto racconti inerenti ai luoghi più frequentati della città e ai tipici siparietti esilaranti cui ogni giorno si assiste, ma offre al lettore anche i ritratti di persone importanti del teatro catanese, che all'arte circense hanno dato molto spazio. Come ad esempio "I Greco Brothers", Paola e Turi Greco, figli di Nando Greco, fondatore del Teatro Club. Entrambi i fratelli hanno conquistato Roma negli anni ‘80 del secolo scorso, con le loro performance a metà tra teatro e clowneria. Turi Greco fondò il famoso Circo di Via Condotti, apparso nel 1979 in televisione, nella trasmissione Rai "Grand Italia", e dopo questo successo creò a Catania "Le Paparelle", un ciclo di appuntamenti fissi in cui a Catania si svolgevano feste con animazioni clownesche, dirette dai due fratelli e, successivamente, da Paola e i giovani talenti scoperti e promossi da lei. Ma nel capitolo si parla anche dei buskers, gli artisti di strada, che in effetti sono anche figli dell'animazione e dell'arte circense, anche se non soltanto. Si racconta anche di una Catania omofoba che appiccica al Pride, in segno di dileggio, l'etichetta di "Circo", o di "Carnevale". E ancora, altri capitoli del libro, arricchito da illustrazioni degli studenti dell'Accademia delle Belle Arti di Catania, che ritraggono molti personaggi raccontati da Danzuso, sono "Meraviglie e stupori", "Sotto il tendone" e "Le attrazioni". Queste ultime sono rappresentate da persone realmente esistite, che hanno avuto il merito di regalare alla cittadinanza catanese spettacoli indimenticabili e numeri eccezionali. Come ad esempio Cosmo, il giornalista esperto in storia dei circhi egli stesso clown e acrobata in grado di camminare sulle mani. Ma vengono citati anche artisti famosi che hanno dato lustro a Catania con i loro talento, come l'attrice Mariella Lo Giudice.



La Catania descritta da Danzuso racconta anche di persone/personaggi caratteristici, impressi nella memoria dei nostri padri e dei nostri nonni e bisnonni, come Tanu l'acrobata, che acrobata non era, ma che stupiva tutta la città per le sue acrobazie lavorative, con la sua camminata degna di un equilibrista, e la straordinaria capacità di trasportare qualunque cosa nella sua lapuzza, e in grandi quantità, sotto lo sguardo esterrefatto dei suoi concittadini. È una città anche violenta, quella che emerge da questi 34 racconti. È la città degli "sperti", dei furbi. Popolata gente senza regole, ma anche fuori dagli schemi. Colorata come un carnevale. E perfino orgogliosa, spesso, delle proprie esagerazioni. Delle proprie mostruosità da fenomeni da baraccone, appunto. Nelle parole di Danzuso c'è un'ironia, unita al lirismo, che non si mischia mai al sarcasmo più sprezzante e alla riprovazione. La stessa ironia con la quale l'autore si è destreggiato durante la presentazione, captando l'attenzione del pubblico con sagacia, senza mai dimenticare di suscitare le dovute riflessioni. E con quella teatralità che in fondo è tipica di ogni catanese. Lo scrittore non nega le contraddizioni anche più esasperanti di Catania, né quelle che sfociano nell'illegalità, e mette in luce la sua maestosità come anche le brutture. Ma senza giudizio, senza stigmatizzare. Camminando come un abile funambolo sul filo che unisce i due poli della finzione e della realtà, Danzuso mostra semplicemente ai lettori ogni colore, lieve e sgargiante che sia, di questa città bella e impossibile, resa affascinante proprio per i suoi "numeri da circo", la sua spettacolarità e le sue storture. Una città che in fondo non può essere capita con l'aiuto di una guida dettagliata, ma può solo essere amata così com'è. La si può respirare e scoprire soltanto osservandola con lo sguardo sempre pronto allo stupore, e la si può vivere soltanto grazie alla capacità di coglierne gli aspetti ardimentosi e farseschi, praticando la leggerezza, l'ironia e l'inventiva. Una città che va amata pienamente, come si fa con una bambina capricciosa ma dal cuore grande. Ribelle, sgangherata, ma brillante e piena di vita. Ed è di questo amore viscerale, incondizionato e non facile, che trabocca la scrittura di Giuseppe Lazzaro Danzuso, il quale ha descritto nel libro i concittadini come la sua "povera meravigliosa gente".

 

Francesca Sanfilippo

 

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