Mons. Georg Gänswein: in arrivo rivelazioni shock nel suo libro in uscita Nient’altro che la verità
«Il pellegrinaggio esteriore dei Magi, ha detto Benedetto XVI, era espressione del loro essere interiormente in cammino, dell’interiore pellegrinaggio del loro cuore». Papa Francesco ha citato Benedetto XVI, durante la messa per l'Epifania, in particolare una delle sue ultime omelie prima di annunciare le dimissioni.
Citazione da molti interpretata come una risposta implicita alle parole che sanno di accusa pronunciate da Mons. Georg Gänswein: una polemica molto rumorosa.
Ma chi è monsignor Georg Gänswein?
Analizziamo per gradi: nel 2003 venne scelto come segretario personale dall’allora cardinal Ratzinger e ora rappresenta la «famiglia» del Papa emerito assieme alle quattro Memores Domini hanno presenziato alla cerimonia fino alla parte più privata della tumulazione.
Ma Gänswein era anche il detentore dei suoi segreti, che ora nel libro in uscita Nient’altro che la verità, edito da Piemme, annuncia di voler, in parte, distruggere: «La fine è segnata». «I fogli privati di ogni tipo devono essere distrutti. Questo vale senza eccezioni e senza scappatoie», gli avrebbe ordinato il papa emerito. Continuando
«precise istruzioni, con indicazioni di consegna che mi sento in coscienza obbligato a rispettare, relative alla sua biblioteca, ai manoscritti dei suoi libri, alla documentazione relativa al Concilio e alla corrispondenza».
Il Mons. esclude che fra questi ci sia anche un dossier su Emanuela Orlandi: «Non è mai esistito». Dopo aver fatto questa dichiarazione, il Vaticano, dopo 40 anni, riapre il caso. Si pensa che il Papa emerito potesse sapere qualcosa.
Ma ciò che, sicuramente, lascia noi fedeli un po' attoniti è sentir parlare di una divisione nella chiesa. Già, nel suo libro spiega che: il vero problema non è stato «tanto quello della coesistenza dei due papi, uno regnante e uno emerito, quanto la nascita e lo sviluppo di due tifoserie».
Proprio tra queste ultime si creava una «tensione» spesso fondandosi su affermazioni o atteggiamenti di Francesco e Benedetto «talvolta con invenzioni».
Nel suo libro Mons. Georg ripercorre le tappe di tutte le incomprensioni. Iniziando dal «no» di Francesco all’Appartamento papale.
«Di solito dormo come un sasso. Ma nel pensare all’Appartamento non ho chiuso occhio», gli disse Bergoglio. Ad un gruppo di studenti delle scuole gesuite spiegò: «Per me è un problema di personalità. Ho bisogno di vivere tra la gente e se vivessi solo, forse un po’ isolato, non mi farebbe bene».
Ogni dichiarazione di Monsignor Georg è peggio di una saetta: l’ultima è sul «cuore spezzato» di Ratzinger per lo stop di Francesco alla messa in latino.
In un altro passo dell’intervista, assicura che fra i due Papi il rapporto era «affettuoso», con scambi di vino e dulce de leche argentini e dolci tirolesi delle memores e limoncello.
Ma sono solo una trovata pubblicitaria le "accuse" di Monsignor Georg? Oppure, si spinge alla divisione: opera che, per i credenti, è sempre segnata da colui che si pone come il "divisore", in greco "dia ballein", dividere, da cui il nostro appellativo "diavolo"?
Lo scorso 9 gennaio, Papa Francesco ha
convocato per un’udienza privata Mons. Gänswein.
Ma di cosa hanno parlato? I retroscena dei quotidiani dicono che Gänswein è «amareggiato» per gli stralci «fuori contesto» del libro pubblicati dai giornali. (font: Open.online)
È però possibile che, morto Ratzinger, le insidie per Francesco non mancheranno. Pure a causa delle voci di sue possibili dimissioni per le condizioni di salute, alimentate anche strumentalmente.
Una delle prime sfide sarà gestire le richieste dei fedelissimi di Benedetto XVI di una procedura fast di beatificazione, già manifestate in piazza durante le esequie del papa emerito con lo striscione «Santo subito».
Viviana Giglia
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