Al giardino della Biblioteca Navarria Crifò l'incontro pubblico con lo sportivo che ha resistito al piombo degli attentati dopo aver fatto da scudo alla sorella


Sopravvivere all'orrore, e raccontare com'è la vita dopo.

Questo e molto altro farà Aristide Barraud, che ha 25 anni la sera del 13 novembre 2015 quando viene colpito durante gli attentati del Bataclan a Parigi, all'uscita del Le Petite Cambodge. Rimasto sul selciato e ritenuto morto, per Aristide sarà il duro inizio della sua nuova vita.

Allora rugbysta professionista in Italia, Aristide incontrerà i lettori a Catania il 13 settembre prossimo alle 19.30 nel giardino della Biblioteca Navarria Crifò, in via Naumachia 18, in occasione della presentazione dell'edizione italiana del suo acclamato libro "Ma non affondo", edita da Operaincerta.

Con lui, dialogherà il Direttore di Sicilia Giornale, Roman Henry Clarke.

L'ingresso è libero, limitato a 30 persone in possesso di green pass come da normativa vigente.

Viviana Giglia: l'arte di vivere [VIDEO]


Incantevole interlocutrice, vi proponiamo l'intervista all'educatrice e scrittrice licatese, attrice nel cast di "U scrusciu du mari"


Posso sostenere con serenità di essere un uomo ed un giornalista fortunato. Ho avuto l'opportunità di vivere esperienze appaganti ed arricchenti. In più, pur senza mai credere di aver "ormai visto tutto", non sono mancate e non mancano le sorprese.
Come quella di cui sto per dirvi.
Spesso mi sono chiesto come sarebbe stato (o come potrebbe essere, in parte degli esempi che sto per farvi) conoscere ed intervistare Django Reinhardt, Tony Iommi, Rick Allen.
Ebbene, conoscere ed intervistare Viviana Giglia è diverso, è più inatteso, è sorprendente, è piacevole. È bello.

Editoriale: "i disabili devono sparire"


Poca attenzione da parte della politica nei confronti delle fragilità sociali


Abbiamo appena veduto il film “The Father - Nulla è come sembra”, con la regia di Florian Zeller e la magistrale interpretazione di Anthony Hopkins. Ovviamente non facciamo alcuna recensione perché non siamo interessati. Il film parla di un genitore, affetto dal morbo di Alzheimer e della difficile scelta da parte della premurosa figlia che, dovendo trasferirsi da Londra a Parigi, si ritrova, costretta, suo malgrado, ad accompagnare l’anziano uomo in una casa di cura specializzata, dove gli viene dedicata assistenza h24, affidandolo ad un’operatrice. Ovviamente, nel film, la casa di accoglienza funziona bene e non abbiamo dubbio che in Inghilterra sia davvero così. Ma noi siamo italiani e viviamo nel profondo Sud e preferiamo non fare la comparazione perché sarebbe inutile. La riflessione e la conseguente domanda che ci poniamo è se in Italia e in Sicilia, esistano reali politiche di solidarietà o più tecnicamente un welfare. Ovviamente nel caso delle demenze in generale, quindi dell’Alzheimer, siamo a livelli di terzo mondo, se si eccettua qualche sporadica struttura privata e qualcheduna pubblica. Per non parlare di quella che chiamano “Assistenza domiciliare integrata”. Come sarebbe bello, almeno per le prime fasi delle malattie degenerative, se i familiari potessero gestire a casa, certamente con l’aiuto di medici, infermieri ed operatori sociosanitari, questi malati, non privandosi e non privandoli di qualche tenero abbraccio. Purtroppo, i nostri politici, siano essi di destra siano essi di sinistra, dimostrano, forse per incompetenza forse per superficialità, disinteresse verso la problematica. Insomma, in Sicilia, la residenzialità, così come l’assistenza domiciliare per questi malati è all’anno zero.
top