LUCA ZILOVICH PRESENTA IL SUO “BLASÉ”

 

Il penultimo spettacolo della XII stagione di "Palco Off" è andato in scena allo Zô Centro Culture Contemporanee di Catania

 


Sabato 12 e Domenica 13 aprile è andata in scena, allo Zô Centro Culture Contemporanee la pièce teatrale Blasé prodotta, da Officine Gorilla e Teatro dello Juta, scritta da Luca Zilovich, che ne ha curato la regia, e interpretata da Michele Puleio. Lo spettacolo ha coperto il penultimo appuntamento della XII stagione teatrale di Palco Off, che si conferma capace di proporre al pubblico catanese spettacoli diversificati, coinvolgenti e di qualità. Dei costumi si è occupata Alice Rizzato, luci Enzo Ventriglia, musiche Raffaello Basiglio.

Protagonista di “Blasé” è un giovane affetto da oniomania, una psicopatologia caratterizzata da pensieri intrusivi orientati alla ricerca e all'acquisto di beni il cui costo supera spesso la disponibilità economica della persona che ne è affetta. È chiamata anche shopping compulsivo. Il protagonista, come avviene spesso in questi casi, riconosce che gli oggetti acquistati non sono affatto indispensabili per lui: non appena il corriere gli consegna il pacco, prima ancora di scartarlo, sente già di non desiderare l'oggetto per il quale ha pagato, sperperando i suoi risparmi.



Si rende conto quindi della sua insoddisfazione e del vuoto esistenziale che lo schiaccia, e mentre si racconta al pubblico rivela il piano folle che ha ideato per reagire a a questo suo disagio: farsi assumere da Amazon, acquistare una pistola tramite uno stratagemma paradossale, e mettere sotto sequestro il magazzino in cui lavora. Ci riesce, generando il panico in tutto il magazzino.

Ed è a questo punto della narrazione che ci vengono presentato gli altri personaggi di questo monologo a otto voci: un selezionatore indiano, che lo assume a tempo indeterminato, un laureato che ha rinunciato alle sue ambizioni per il posto fisso, e ricopre il ruolo più miserevole all'interno dell'azienda, un'amministratrice che ha la fama di uno squalo perché ha imparato ad attaccare prima che gli altri attacchino lei, un'impiegata con la sindrome di Stoccolma, un esperto di marketing che cura l'immagine di una blogger che recensisce coppette mestruali, un capo reparto separato dalla moglie, che soffre di solitudine e non ha attaccamento per la vita, un collega un po' tamarro che tenta disperatamente di assecondare il protagonista e di tenerlo buono.



Si tratta di personaggi stereotipati, dei veri e propri "tipi sociali", volutamente estremi, quasi paradossali. Il regista, Luca Zilovich, ha scelto di portare all'esasperazione i loro caratteri, rendendoli anche ridicoli, affinché questi potessero rappresentare la realtà quotidiana con cui tutti noi siamo chiamati a confrontarci, con tutte le sue contraddizioni tragicomiche e con tutte le sue storture.

La realtà, e quindi anche l'essere umano che la abita, che si presenta al pubblico con tutta la sua umanità, la quale include sogni, ma anche sconfitte, limiti, meschinità e quindi anche disumanità. Così il pubblico non può fare altro che empatizzare con loro, ritrovarsi in questi personaggi, così reali in fondo. E di interrogarsi su questo ingranaggio che è la società in cui ci siamo adattati, che tutti noi continuiamo a far funzionare, senza mai fermarci a riflettere sul fine ultimo di questa corsa alla sopravvivenza. Scegliamo davvero la nostra vita? I bisogni che tentiamo di soddisfare sono reali, o ci vengono inculcati? Stiamo vivendo, oppure sopravviviamo lottando fra di noi per ritagliarci un piccolo terreno di conquista, per quanto misero e desolato? Ma soprattutto, ed è questa una domanda cruciale che riecheggia durante tutta la performance, siamo protagonisti attivi delle nostre scelte? O ci lasciamo vivere? Il termine francese “Blasé”, non a caso, significa indifferente, scettico, per tedio o anche per semplice snobismo. L’atteggiamento blasé è tipico di colui che, secondo le definizioni dei dizionari, non trova interesse e passione per niente.



Questi e altri interrogativi catturano il pubblico in uno spettacolo dal ritmo incalzante, dal finale sorprendente. E nonostante il sapore un po' amaro delle tematiche trattate, il testo, già di per sé brillante, è reso ancora più esilarante dalla maestria dell'attore, il quale riesce a catalizzare l'attenzione del pubblico per tutta la durata della pièce, senza mai stancarlo. Ogni personaggio è stato da lui interpretato con la maestria di un vero trasformista, e il pubblico dimentica, ad ogni interpretazione, che a vestire i panni dei diversi personaggi è un in singolo attore.

Lo spettacolo è stato accolto con successo dal pubblico e verrà proposto in altri teatri d'Italia e d'Europa, ed è già stato premiato ai Fringe di Catania e Praga 2023.

 

 

Francesca Sanfilippo

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