"Tiriti 'a porta": un'ottima occasione per conoscere il "Sale 'mbriacu"


Siamo al centro del Mediterraneo. Ed al centro di Catania, luogo di bellezze e contraddizioni. "Sale 'mbriacu" ti accoglie con la sua eleganza non esclusiva, con la sua ricercatezza che ti è subito familiare. L'occasione è doppiamente gustosa: si gusterà - in ogni senso - il viaggio, che dall'India passa per il medio oriente, approndando infine nel "Mare Nostrum".
Sui tavoli, le pietanze di una brigata di cucina giovane ma dalle idee chiare. Fra i tavoli, le parole e le note dei "Gipsy Eyes". Definire "Tiriti 'a porta" una "cena spettacolo" sarebbe riduttivo e fuorviante: l'operazione culturale che unisce gastronomia, tradizioni, racconti e musica è più completa, un'esperienza avvolgente. Il perno è il siciliano Giufà, simbolo della saggezza della stupidità, e dei suoi "cugini" che rappresentano l'evoluzione (ed il viaggio) del personaggio: il Guhâ indiano ed egiziano, che diventa il saggio mullah Nasreddin Hodja (tanto caro a Gurdjieff) in caucaso ed anatolia, per approdare in nordafrica come Djuha e Zha, senza dimenticare il Djoha sefardita: è forse questi il cugino più prossimo dello "sciocco" Giufà siciliano, sintesi della semplicità che fa sorridere e riflettere, figlio di una società rurale ma che sopravvive e resiste alla nevrotica compressione dei tempi contemporanei. Era certamente un "giufà" colui che proclamò la nudità del monarca, è un "giufà" la stecca nel coro degli ipocriti, dei complici, degli omertosi.

Queste storie, che provengono da gran parte di quel mondo che pretese a lungo di essere "centro dell'umanità", si alternano con una tempistica intelligente, ottimamente studiata, simbiotica con le pietanze: e se quindi l'onore di "aprire l'appetito" è affidato ad un hummus di ceci da manuale, il "passaggio" in asia è appannaggio di uno springroll di buona scuola. La direttrice mashrek - maghreb è rappresentata da un'ottima moussaka e dall'immancabile cous cous con verdure. Entrambe pietanze che trovano varianti e cittadinanza anche in Sicilia, dove si uniscono ad un gustoso classico, l'arrosto misto, e ad al dessert conclusivo che - al pari di tutta la presentazione dei piatti - indica chiaramente il livello, la cultura, la creatività di chi ha dato vita alle cibarie della serata. Il menù a la carte del "Sale 'mbriacu" riserva all'avventore delle "normali" (ma mai banali) serate di apertura molti altri esempi dell'attenzione riservata alla materia prima, alle tecniche ed alla resa finale, al pari di una bottiglieria enologica attentamente studiata.

Come studiato nei particolari è stato l'adattamento alla location ed al percorso gastronomico dello spettacolo studiato dalla poliedrica compagnìa, composta da due pregevoli attori e cantanti, Maria Grazia Cavallaro e Luciano Leotta, e da un preparato ed appassionato polistrumentista, Salvo Coppola. Con loro, un'esperienza in cui arte e cibo sono coordinati, si uniscono, si influenzano, non interferiscono. Ed al pari delle esperienze multiformi riservate dal vino e dal cibo, si sorride, si sogna, si riflette.
Si piange, infine, con una inattesa e profondissima evoluzione cristica del personaggio. Ma c'è sempre un poi, e la conclusione è una festa di canto tutti insieme: artisti, avventori, gestori. «Viene da lontano Giufà, che nasce in tutti i luoghi del mondo», si dice, ed è lontano che guarda il "Sale 'mbriacu": in una città come Catania, dove l'offerta culturale e gastronomica certo non manca, questa novità si sta sapendo ritagliare il suo spazio: accogliente ma non con pretese di arrogante esclusività, l'intima sala si trova in via Antonino di Sangiuliano 136. Oltre ai futuri episodi/percorsi tra teatro, musica, vino e cibo, da segnalare le serate musicali (recente il live del trio "La minore", con le loro apprezzatissime cover anni '80 e '90) e le sempre gettonatissime apericene.



Scritto da: R.H.C. per Sicilia Giornale

Fotografie: Stefania Giusti Clarke per Sicilia Giornale

















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