A Catania il mito di Alfeo e Aretusa in scena tra passioni e sentimenti, affronta lo scottante tema dello stupro e della violenza sessuale
Il mito di quelle acque che tutti ammirano nella fonte Aretusa di Ortigia, in quel di Siracusa, è antico di secoli. Vi si legge di quando gli dèi dell’Olimpo aiutarono la bella ninfa Aretusa, insidiata dalle avance del deo Alfeo, a sfuggirgli per conservare la sua castità: trovò riparo in Sicilia, proprio a Ortigia, ma al prezzo di tramutarsi in acqua.
Trova nuova vita a teatro il mito di Alfeo e Aretusa, rappresentato dalla compagnia di pupari “Vaccaro – Mauceri”, di Siracusa ovviamente, che dal 2003 porta in giro questo spettacolo e che sabato 19 e domenica 20 novembre scorso, all’Erwin Piscator di Catania, hanno dato vita alla rappresentazione on stage, rendendola pienamente attuale.
Lo spettacolo, della durata di un’ora e ben congegnato, sin dalle prime battute conduce lo spettatore in un’atmosfera che lo rapisce e lo fa proseguire in un vortice di passione e di colpi di scena, riusciti e d’effetto, che rendono quasi reale la trama per il linguaggio scelto dall’autore del testo, il Maestro Alfredo Mauceri.
«Per una commistione di argomenti volutamente scelti da me, che non si ritrovano nei libri che raccontano dei miti e delle leggende di Siracusa – dice Mauceri – anziché rendere avulso il dramma dei due personaggi dalle tematiche dei giorni nostri, ne esalto le due figure e personalità. Basti pensare al passaggio in cui la dea Artemide allontana il fastidioso Alfeo, che aveva osato rifiutarla, invocanzo Zeus per proteggere la sua ancella prediletta,
Aretusa».
Si sentono da parte di Artemide queste parole altisonanti: «Vai via da qui essere immondo, non otterrai mai con la violenza ciò che solo l’amore puro può donarti con la limpidezza». Tema scottante e inusuale per l’opera dei pupi: lo stupro e la violenza sessuale.
L’epilogo avviene nella Fonte Aretusa, dove Alfeo dichiara il suo amore alla figlia di Nereo e di Doride, comprendendo che era stata tramutata in sorgente di acqua dolce, che a quel punto accoglie le limpide attenzioni del divino figlio di Oceano.
Lo spettacolo, privo di chiusure di sipario, è arricchito dalle soavi movenze del ballerino Roberto Cifali, che personifica Alfeo in una sequenza.
Le voci dei parlatori sono di Alfredo Mauceri e Arianna Vinci, mentre i manianti sono lo stesso Alfredo Mauceri, il fratello Daniel Mauceri, e Daniela Carrubba. Come detto, il danzatore è Roberto Cifali, mentre direttore di palco è Alessandra Mauceri.
La rassegna ’tEatROS - I tre gradi dell’erotismo’, diretta da Francesco Di Vincenzo e curatore insieme a Carmelo Sanguedolce, consta di tre spettacoli. “Lolita” è stato il primo, a cui ha fatto seguito “Alpheus”. A chiuderà sarà il più piccante dei tre appuntamenti: “Il girotondo”, in scena il 25, 26 e 27 novembre.
Scritto e fotografato da: Melania Mertoli per Sicilia Giornale
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Sicilia Giornale
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lunedì, novembre 21, 2016
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