Un ritratto della studiosa catanese che fu anche docente e bibliotecaria
Carmelina Naselli è stata una letterata, etnologa e bibliotecaria italiana. Tra le fonti a noi pervenute sulla sue vita e opere, una risorsa preziosa è rappresentata dalle ricerche di Laura Branciforte, autrice dell'apprezzato volume "Le donne nell'Università di Catania".
La Naselli nasce a Catania nel 1894. Studia Lettere all'Università degli Studi di Catania, conseguendo la laurea nel 1919 con il politico e partigiano Achille Pellizzari che, insieme ad altri letterati la supportò nella sua formazione e nella sua carriera. Oltre a laurearsi con il massimo dei voti, Carmelina Naselli ricevette anche il riconoscimento della dignità di stampa.
La sua tesi, attinente ad un argomento di Letteratura italiana, destò l’ammirazione dell’intera commissione esaminatrice. Di lì a breve, grazie al proprio talento, ottenne una borsa di studio che le consentì di accedere all'Istituto di Studi Superiori di Firenze, nella quale si formò sotto la guida dell'italianista, patriota, e politico italiano Guido Mazzoni, perfezionandosi e conseguendo, nel 1921, l'abilitazione all'insegnamento. I suoi approfondimenti in Storia della Letteratura Italiana prepararono il terreno fertile per la stesura dell prime opere letterarie della Naselli: Il Petrarca nell’Ottocento, pubblicato nel 1923, e Domenico Cavalca (1925).
In seguito conobbe il filologo e critico letterario Luigi Sorrento, che le infuse la passione per gli studi folklorici, invitandola a collaborare alla redazione del volume L'isola del sole (1926), un'antologia di canti, novelle e costumi popolari siciliani. Da questo momento in poi il contenuto prioritario delle sue ricerche, nonché argomento fondamentale dei suoi scritti, sarà la storia delle tradizioni popolari.
Al suo ritorno a Catania si dedicò all'insegnamento nelle scuole pubbliche e agli studi storici sulle tradizioni e sulla cultura locale, interessandosi, in particolare, alle varie manifestazioni civili, politiche e religiose di cui la provincia etnea è ricca, nonché alla storia delle istituzioni culturali locali. Da queste ricerche deriva Storia dell'Università di Catania dalle origini ai nostri giorni (1934), un'opera che ha ottenuto un ottimo riscontro dal pubblico di lettori. Inoltre, in quel periodo organizzò in diversi eventi culturali quali mostre, convegni ed esposizioni.
Nel 1935 curò la Mostra interprovinciale di arti popolari siciliane, una delle prime in Italia, la cui attività venne testimoniata da alcune sue pubblicazioni che resero nota tale mostra a livello nazionale. Grazie alle sue pubblicazioni riuscì a conseguire nel 1936 la libera docenza in Letteratura. Nel 1940 ebbe il primo incarico di insegnamento di Storia della Letteratura Italiana all'Università di Catania, mantenendolo fino al 1949, anno in cui ottenne l'ordinariato. Divenne così insegnante di Storia delle Tradizioni Popolari, reggendo una delle prime tre cattedre istituite in Italia per questa disciplina. Ma la Naselli, durante il periodo che va dal 1949 all'anno del suo pensionamento, il 1965, insegnò anche altre discipline: Storia della Letteratura Italiana, Filologia romanza, Letteratura delle tradizioni popolari, Storia della lingua italiana, Lingua e Letteratura Italiana, oltreché Storia delle tradizioni popolari, sia nella Facoltà di Lettere e Filosofia. Svolse il suo ruolo di docente sia nell'Ateneo Catanese e nell'Istituto Universitario di Magistero di Catania.
Nel 1934 partecipò attivamente ai festeggiamenti per il V centenario della fondazione dell'Università di Catania, in particolare progettando, con la collaborazione del prof. Guido Libertini, il sigillo ufficiale per uso dell'Ateneo.
Per quel che concerne la vita privata, sappiamo che Carmelina Naselli era una cristiana credente e praticante e, rimasta nubile, nel 1944 prese anche i voti di terziaria domenicana, divenendo poi priora provinciale del "Terz'ordine domenicano femminile". In contemporanea fu nominata Presidente del comitato catanese della "Società Nazionale Dante Alighieri”. Ulteriori successi professionali riguardano la sua designazione a Presidente della "Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale” e l’elevazione al grado di direttrice della rivista "L'archivio storico per la Sicilia orientale".
In qualità di direttrice della Biblioteca della “Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale” di Catania, partecipò all'XI Congresso nazionale dell'Associazione Italiana Biblioteche, tenuto a Taormina, Catania, Messina e Siracusa dall'11 al 15 novembre 1957: già nell'ottobre dello stesso anno era stata eletta nel Comitato regionale della Sezione della Sicilia orientale, presieduto da Andrea Cavadi, rimanendo in carica fino al 1963.
Ricoprì anche, per le arti e le tradizioni popolari, l’incarico di ispettrice bibliografica onoraria.
All'anno del suo pensionamento risale la fondazione e organizzazione dell'Istituto di Storia delle tradizioni popolari. Il progetto, ideato e realizzato da lei stessa, fu particolarmente apprezzato e condiviso dalla collettività.
In sua memoria, il comune di Catania le ha intitolato una via nella zona di San Giovanni Galermo. Un suo profilo è stato tracciato dall'allora suo assistente universitario Carmelo Ciccia, nel libro Profili di letterati siciliani dei secoli XVIII-XX.
In un periodo in cui si assiste, negli ambienti culturali catanesi, ma non soltanto, si assiste a una diffusa e progressiva riappropriazione delle proprie tradizioni e radici culturali, è importante ricordare tutte le personalità che per prime, nella storia, si spese con competenza, passione e spirito di servizio, per infondere tale sapere ai concittadini, in specie alle nuove generazioni. Ed è questo il più grande lascito di Carmelina Naselli.
Francesca Sanfilippo