Raccogliamo e rilanciamo le parole del giornalista e amico della nostra testata


Riccardo Rossi (fonte: Adnkronos)

«Andiamo a donare sangue perché nel periodo estivo in varie parti d’Italia vi è una cronica carenza, in particolare a Catania, Messina, Palermo, Napoli, in Sardegna, Barletta, Foggia, Corato e già da adesso in tutta Italia vi è una grande mancanza di plasma, da cui si ottengono immunoglobuline come terapia salvavita per malattie come Miastenia Gravis, sindrome di Guillan Barrè, Steff Pearson che hanno deficit immunitari e sono anche degenerative»
. A lanciare l’appello è Riccardo Rossi, per tanti anni braccio destro di fratel Biagio Conte, il missionario laico morto due anni fa. «Gli ammalati bisognosi di sangue e dei suoi derivatispiega Riccardo Rossi all'Adnkronos – nel periodo estivo soffrono di più per il caldo e perché i tempi di attesa per ricevere una trasfusione diventano più lunghi. In Italia manca il 30% del fabbisogno di plasma (anche in Europa vi è lo stesso deficit) e così ogni anno è costretta a comprarlo all’estero, soprattutto negli Usa, a prezzi elevati e, di conseguenza, il malato riceve spesso farmaci derivati del plasma a prezzi proibitivi, a volte impossibili».

 

Si recupera il secondo appuntamento della rassegna con il grande jazz alla Sala Teatro De Curtis in via Duca degli Abruzzi 6a

 

Si recupera il secondo appuntamento - rinviato per la concomitanza il 26 aprile con le esequie di Papa Francesco - del Catania Jazz Club fortemente voluto da Antonio Petralia, Presidente e Direttore artistico dell’Associazione Musikante che da lustri si impegna per far conoscere, promuovere e crescere il jazz, e soprattutto il jazz siciliano. E non poteva che essere una formazione siciliana, pluripremiata, da 46 anni sulle scene, nonché la più longeva formazione jazz composta esclusivamente da fratelli: è l’Amato Jazz Trio. Di loro Marta Scaccabarozzi ha scritto recensendo la loro ultima fatica discografica “Keep Straight On” (2023): «Insieme sono un’unica entità che fonde pensiero e azione. La loro conoscenza dell’alfabeto jazz è perfetta così come lo è quella della musica classica».

Sarà quindi tutto dei tre fratelli Amato il palco del Catania Jazz Club questo venerdì 13 giugno alle 21.30, come sempre sulle assi della Sala Teatro De Curtis sita a Catania in via Duca degli Abruzzi 6a.

 

Abbiamo intervistato uno scultore che crea magiche opere usando le radici dell'ulivo

 

Enrico Panvini

Venanzio Panvini, classe 1930, è stato uno scultore di fama internazionale. È scomparso nel 2016, ma non senza lasciare un segno e un'eredità: il figlio, Enrico Panvini, ha ricevuto in dono la stessa passione del padre per l'arte, oltre che il talento. Ma oltre ad aver fatto tesoro degli insegnamenti del padre, ha creato uno stile tutto suo. È interessante vedere come l'amore per la scultura o per qualsiasi forma d'arte possa essere trasmessa alle generazioni future grazie al primo contenitore affettivo del bambino: la famiglia. Ed è affascinante sapere in quale modo, pur imparando da un mentore, un artista sceglie poi il suo percorso, il suo stile, trovando la sua voce interiore. Noi di "Sicilia Giornale" abbiamo voluto conoscere Enrico Panvini per tutte queste ragioni, e per conoscere la sua produzione artistica. Per questo lo abbiamo intervistato lo scorso 13 maggio nella sua casa di San Giovanni Di Galermo, quartiere storico sito nella periferia della città di Catania.

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