Analisi dell’ep di esordio del Duo Improprium, composto da Domenico Testaì (flauto) e Maurizio Burzillà (fisarmonica)
È stato pubblicato da Dodicilune edizioni discografiche e musicali, il cd “Incontro” del Duo Improprium, composto da Domenico Testaì e Maurizio Burzillà alle prese con un binomio intrigante, rispettivamente flauto e fisarmonica (accordion). Sul filo di una ricerca che abbraccia un ampio Novecento e non solo, il cd comprende brani originali e trascrizioni del compositore adranita Burzillà, con la dedica “A Cinzia, Ivana e Vittoria”: essi lasciano affiorare, durante l’ascolto, una piena sintonia esecutiva del duo, con un dialogo assai spigliato tra i due musicisti, che non lesinano mai accuratezza interpretativa, esplorando più generi, dal classico al jazz, sino a frange di contemporaneità. Ed ecco, in apertura il Tango per Cinzia, omaggio solare dai ritmi flessuosi e marcati a un tempo, all’essenza tanguera di Astor Piazzolla.
Il duo ci svela man mano timbriche inedite, tra vortici cromatici e spunti dodecafonici di un linguaggio sperimentale come nella Suite n.1, per aprirsi poi ad un idillio intenso dal titolo Luiza, dove il tocco leggiadro di Testaì si coniuga alla discrezione espressiva di Burzillà, valorizzando il cantabile tematico, tra delicatezze stilistiche di secondo Ottocento.
E ancora lungo nuovi approdi verso un orizzonte non definito (come sull’immagine del cd che vede il duo ai rispettivi lati di un binario pronto a biforcarsi per nuove mete), ascoltiamo il brano Improprium, dove si coglie una freschezza narrativa da humus cinematografico, fra accenti maliziosi e scattanti, sullo spessore accordale del fisarmonicista. Ancora un brano affrontato con nitide sottigliezze dinamiche, dove gli arguti concertisti si addentrano nella polifonia di Johann Sebastian Bach, è quello che Burzillà rilegge nel fremente Allegretto fugato, attraverso un binomio di accattivante modernità, sul filo conduttore del dinamismo.
E in chiusura, sul versante latino americano, il pezzo Badambò, fra intemperanze di un ritmo che seduce: l’accostamento fra i due strumenti è certamente riuscito, creando un repertorio da camera inedito, che grazie alla bravura del duo suscita in noi il desiderio di un nuovo ascolto.
Anna Rita Fontana