Un nuovo lavoro teatrale tratto dagli scritti di un testimone del Novecento che divennero un caso letterario

Vincenzo Rabito

 

Venerdì 3 novembre alle ore 19,00 all’Auditorium del Centro Polifunzionale della Biblioteca di Lentini (via Aspromonte 5) e Sabato 4 novembre alle ore 19,00 al Teatro Comunale di Sant’Agata Li Battiati (via dello Stadio 19), il CTS Centro Teatrale Siciliano, in concorso con le rispettive Amministrazioni Comunali, presenterà lo spettacolo teatrale

 

dopo Terra matta

LA CRANTE QUERRA

da Vincenzo Rabito

con Graziana Maniscalco

introduzione e regia Nino Romeo

durata 1 ora e 15 minuti

 

Graziana Maniscalco


Quando, nel 2007, Terra matta di Vincenzo Rabito venne pubblicato, fu subito un clamoroso caso editoriale.

Mentre i critici letterari discettavano se si trattasse di letteratura, i lettori di tutta Italia accorrevano nelle librerie, incitati da un passaparola travolgente.

Nacque il rabitese, aggettivo e sostantivo.

I rabitesi usavano interiezioni ed espressioni tratte dal libro, creando complicità tra loro; si riunivano per leggere pagine di Terra matta.

In effetti, quell’autobiografia che copre settant’anni cruciali della storia d’Italia (dalla prima guerra mondiale, la crante querra, sino agli anni Settanta), raccontata nella lingua di un inafabeto (come si definisce lo stesso Rabito), autodidatta non scolarizzato, costituisce un unicum della scrittura memorialistica. Il tentativo dell’Autore di raccontarsi in italiano formale gli consente di creare un linguaggio suo proprio, irriproducibile per termini e sintassi, e, dunque, originale; un linguaggio che può apparire ostico al primo approccio, ma che diventa, con il procedere della lettura, un vortice lessicale che ha risucchiato migliaia di lettori in Italia dai quali è sorto il clan nazionale dei rabitesi.

Ad anni dalla pubblicazione di Terra matta, Giovanni Rabito, figlio di Vincenzo, rovistando tra le carte del padre, ritrova un secondo dattiloscritto di 1486 pagine: lavora per anni alla revisione e all’adattamento di questo secondo scritto e lo dà alle stampe con il nome di Il romanzo della vita passata. Questa seconda autobiografia ripercorre le tappe della prima, arricchendola di episodi e di particolari; ma se ne distacca, soprattutto, perché l’Autore pare aver assunto maggiore consapevolezza e padronanza della scrittura.

Abbiamo chiesto a Giovanni Rabito di ricavare dai dattiloscritti del padre un testo che avesse un destino scenico da cui, poi, Nino Romeo ha ricavato un copione teatrale allineato al progetto di rappresentazione che ora proponiamo.

 

Lo spettacolo è inserito nella rassegna itinerante Da Sicilia a Sicilia.

Ad esso seguiranno gli spettacoli Caricature frivole dall’opera di Vitaliano Brancati e

Uno, nessuno e centomila da Luigi Pirandello.

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