Alessio Di Modica racconta Victor Jara in un appassionato monologo

Alessio Di Modica

Venerdì 22 settembre alla Biblioteca Navarrìa Crifò di Catania, è andata in scena lo spettacolo "Infinita Poesia - Cunto per Victor Jara", interpretato dal cuntista Alessio Di Modica, e prodotto dall'associazione Area Teatro. A introdurre l'evento è stato Ernesto Barnobi, per conto dell’Associazione Professore Salvatore Navarrìa.

Ernesto Barnobi

Con questa performance l’associazione “Area Teatro” ha chiuso La trilogia del futuro, un’iniziativa cominciata nel 2020 con lo spettacolo 20 ANNI - Cronache di inizio millennio dal G8 di Genova, unitamente a un progetto di crowdfunding che ha portato alla realizzazione del “Partigiani della Memoria Tour”; la seconda tappa della trilogia è stata Favola Industriale Blues, prodotta nel maggio del 2023 con la coproduzione di Re-common; l’ultima tappa è stata Infinita Poesia - Cunto per Víctor Jara. La trilogia racconta di visioni del futuro, di persone e territori che credono, hanno lottato e lottano per costruire il migliore dei mondi possibili. A raccontare di Victor Jara, cantautore, musicista, regista teatrale e poeta cileno, è stato Alessio Di Modica, il quale ha commosso il pubblico con la sua enorme sensibilità, dimostrando di sentire dentro di sé la responsabilità che ogni vero artista ha, nel momento in cui deve veicolare le parole di altri artisti, soprattutto se si tratta di un poeta impegnato della caratura di Victor Jara. Dopo la tappa di Catania, il monologo è stato eseguito a Sortino e a Roma, nell’Ambasciata del Cile, nell’ambito delle iniziative commemorative del 50° anniversario del golpe.

Alessio Di Modica è teatrante, clown, cuntastorie o, come lui ama definirsi, cuntautore. Dal 2011 Alessio fa parte della rete internazionale di narratori. Nasce e cresce ad Augusta, in provincia di Siracusa, e ha studiato con importanti nomi del teatro e dello spettacolo. Si occupa di spettacoli singoli e di progetti in collaborazione con le scuole, sui temi della Legalità, dei Diritti Civili, della Memoria, oltre che di programmi di Cooperazione Internazionale per ragazzi provenienti da tutto il mondo, laboratori in case-famiglia centri diurni, workshop e conferenze atte a diffondere la conoscenza del teatro popolare del “Cunto”, del Clown e dei Pupazzi.

Alessio Di Modica

Victor Lidio Jara Martínez nasce a San Ignacio il 28 settembre del 1932, da genitori contadini, in una famiglia povera e numerosa. Il padre, Manuel Jara, prende in affitto un terreno dal quale cerca invano di ricavare profitto. La madre, Amanda, sarà colei che inizierà Victor alla musica. È infatti una cantante dotata di una ampia conoscenza della cultura popolare e suona la chitarra davanti ai fuochi accesi per la notte, intorno ai quali si riuniscono i vicini. Victor ha solo sei o sette anni quando inizia a lavorare nei campi per aiutare la famiglia a sostentarsi. Amanda si preoccupa di provvedere all'educazione dei figli mandandoli a scuola, e fin da subito Victor si rivela un bambino curioso e brillante. Dopo un incidente domestico capitato a una delle sorelle di Victor, Maria, la famiglia Jara si vede costretta a trasferirsi a Santiago del Cile, alla ricerca di una migliore condizione economica. Victor, insieme al fratello Lalo, entra al Liceo Ruiz Tagle. La madre lavora duramente, riuscendo ad assicurare ai figli un certo benessere, ma le sue fatiche la conducono, nel 1947, a una morte rapida. La chitarra di Amanda viene utilizzata da Victor per realizzare i primi esperimenti musicali, appoggiati dall'amico Omar Pulgarcalcio. Dopo un periodo passato a Los Nogales, dove lavora nel campo dei trasporti, e una breve parentesi in seminario, il poeta va a prestare servizio militare. A 21 anni entra nel coro della Università del Cile e partecipa alla realizzazione dei “Carmina burana”, cominciando in tal modo il proprio lavoro di investigazione e raccolta della cultura folclorica. Sono questi gli anni in cui Victor sviluppa a pieno il suo potenziale artistico, passando prima dalla carriera in teatro per poi approdare a quella di cantautore. Tre anni più tardi, infatti, entra a far parte della compagnia teatrale Compañía de mimos de Noisvander, e inizia a studiare recitazione e regia alla Scuola di Teatro dell'Università del Cile. Nel 1957 fa il suo ingresso nel gruppo di ricerca di canti e danze folcloriche Cuncumén. Nel 1961, come direttore artistico di “Cuncumén”, viaggia per l'Europa, e inoltre compone la sua prima canzone, “Paloma quiero contarte”. Continua a lavorare come assistente alla regia e nel 1962 dirige, per l'Instituto de Teatro de la Universidad de Chile (ITUCH), “Ánimas de día claro”, sempre di Sieveking. In quello stesso anno ottiene la laurea, diplomandosi come regista di teatro. Come regista la sua attività spazierà da Brecht a Sofocle. Nonostante il suo lavoro in teatro impegni la maggior parte del suo tempo, Victor non si allontana dalla musica. Con il gruppo Cuncumén registra l'LP Folclore chileno, in cui appaiono due sue canzoni, Paloma quiero contarte e La canción del minero. Altri suoi successi sono Te recuerdo Amanda (Ti ricordo Amanda); Manifiesto (Manifesto); Plegaria a un labrador ("Preghiera ad un contadino"), una canzone che spicca per il suo contenuto umanitario e dimostra ancora una volta come Victor fosse un artista del popolo e per il popolo. Mentre scrive le storie che la gente comune gli racconta, infatti, è membro del Partido Comunista de Chile e del comitato centrale delle Juventudes Comunistas de Chile. Appoggia politicamente il presidente cileno socialista Salvador Allende, e partecipa anche al movimento noto come Nueva Canción Chilena. La sua arte non è al servizio della ribalta, ma indissolubilmente legata alla lotta contro uno Stato tiranno, alla resistenza politica e alla difesa degli oppressi. Ecco perché fra un album e l’altro, nel 1972 e nel 1973 lavora come compositore per la Televisione Nazionale del Cile, investigando e raccogliendo testimonianze e contributi nel villaggio di “Herminda de la Victoria”, materiale da cui trarrà il suo disco La población. Inoltre, partecipa al lavoro volontario mobilitato per impedire la paralisi del paese che le forze reazionarie vogliono ottenere attraverso lo sciopero dei camionisti. Nel 1973 torna a partecipare alla campagna elettorale per le elezioni del parlamento, sempre a favore dei candidati dell'Unidad Popular. In risposta ad un invito di Pablo Neruda, gestisce un ciclo di programmi televisivi contro la guerra e il fascismo. Lavora in questo stesso periodo a vari progetti musicali che non potrà condurre a termine, perché il 16 settembre del 1973 viene barbaramente assassinato, cinque giorni dopo il golpe del generale e dittatore Augusto Pinochet contro Salvador Allende. I militari lo sorprendono all' università, arrestando lui e altri professori, oltre che molti alunni. Li rinchiudono all'Estadio Nacional de Chile, trasformato in campo di concentramento, poi nel vicino Estadio Chile. Qui l'artista rimane prigioniero diversi giorni e, dopo essere stato schernito e torturato sadicamente e a lungo, viene ferito a colpi di pistola, si accascia a terra esanime ed esala il suo ultimo respiro.

Dopo la sua scomparsa e l’esercito proibì la vendita dei suoi dischi e ordinò la distruzione delle matrici. Ma nonostante tanta violenza e tanto zelo nel rimuoverla, la voce di Victor continua a risuonare da decenni nei cuori e nelle menti dei cileni, con il riverbero che soltanto le note rivoluzionarie possono avere. E tutte le sue parole insieme sono un'unica grande una poesia, che non ha il sapore della retorica ma sa di devozione ai più elevati valori umani, di vita sofferta ma piena e autentica.

 

 

Francesca Sanfilippo

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