A Catania un incontro di musica e parole per raccontare l'ultimo romanzo di Paolo Di Paolo

 


Venerdì 26 aprile, alla Feltrinelli Libri e Musica di Catania si è svolto il primo appuntamento del ciclo "Note Letterarie e Musica", una serie di eventi dedicati alla fusione unica di musica e letteratura, pensati per “La Feltrinelli”. Questo primo incontro è stato dedicato al libro Romanzo senza umani, il cui autore è Paolo Di Paolo, scrittore, drammaturgo, e dottore di ricerca in studi di storia letteraria e linguistica italiana all'Università degli Studi Roma Tre.

L'evento, realizzato grazie alla sinergia i tra la Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling Viagrande Studios, l'associazione culturale TerSicula, e la Scuola di Musica Giuseppe Finocchiaro, ha avuto infatti come finalità quella di far conoscere al pubblico le parole più significative e intense del romanzo di Di Paolo, attraverso letture espressive espletate da alcune studentesse della scuola di scrittura, e accompagnate dalle famose melodie di Luigi Einaudi, eseguite al pianoforte dal giovane studente di musica Matteo Carnabuci.

Ad aprire le danze è stata la direttrice della scuola di musica “Giuseppe Finocchiaro” dell’Ass. Culturale “Tersicula” a Viagrande Studios, Alba Cosentino Finocchiaro, la quale ha ricordato il defunto marito, Giuseppe Finocchiaro, fondatore dell'omonima scuola di musica, esprimendo con commozione la sua ferma intenzione di dirigere la scuola di musica secondo gli ideali che hanno spinto il consorte a sostenere tanti adolescenti talentuosi. Dopo queste parole molto sentite è stata la volta di Manuela De Quarto, docente di spicco della “Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios”, nonché copywriter, scrittrice, sceneggiatrice, blogger. La De quarto ha introdotto la mission dell'incontro Note Letterarie e Musica, e ha lei stessa prestato la sua voce a un paragrafo del libro. Dopodiché abbiamo assistito a una lettura su Paolo Di Paolo e sulle motivazioni che lo inducono a scrivere. Su cosa rappresenta per lui la scrittura. A leggere è stata la studentessa di scrittura Igrid Sciuto, che ha condiviso con il pubblico queste parole:

«Scrivo libri per rivivere qualcuno, anche persone del passato, nonché del il mio. O per un me stesso che avevo lasciato per strada ad aspettare. L'ho ripreso per mano e l'ho accompagnato alla gelateria, perché aveva una tremenda paura dei cani. Gli ho fatto da fratello maggiore. Talvolta ho scritto per nostalgia, per amore, per dei motivi che ho anche dimenticato. Per inseguire una musica, per suonarla con le parole. Ho scritto, talvolta, come si prega, come si chiede a qualcuno di restare».



E sono proprio questa fragilità e grande umanità a caratterizzare, insieme al talento, lo stile di Paolo Di Paolo, la sua voce interiore, come si può evincere da quest'ultimo romanzo ma anche altre sue opere, ad esempio Mandami tanta vita, pubblicato nel 2013 dalla casa editrice "Feltrinelli", o Raccontami la notte in cui sono nato. Di Paolo ha avuto però anche l'abilità, e potremmo dire l'eclettismo, necessari a spaziare da un genere letterario a un altro, dalle tematiche intimistiche a quelle politico-sociali, queste ultime narrate in Dove eravate tutti (2011), opera con cui si è aggiudicato il Premio Mondello e il Superpremio Vittorini nel 2012, oltre a classificarsi finalista al Premio Zocca Giovani.

Romanzo senza umani è la storia di Mauro Barbi, uno storico che ha dedicato anni di studio a un lago che in questa storia rappresenta il fulcro attorno a cui ruotano molte vicende legate alla sua vita privata: litigi, amori, incomprensioni, legami familiari. Era partito senza preavviso, dopo avere provocato una serie di “incidenti emotivi”, come lui stesso li definisce. Dopo anni ritorna, risponde a email rimaste lì per quindici anni, e tenta di riallacciare i rapporti lasciati in sospeso. Tutto questo gli costa molta fatica, fra domande fuori luogo e gesti semplici ma tanto difficili. Paure da vincere e ricordi da ricostruire. Questi ultimi sono, insieme al lago, i protagonisti di questo racconto senza umani ma che trabocca di umanità, e rappresentano in parte quelle identità, che tentiamo spesso di delineare anche attraverso i nostri ricordi e quelli che gli altri hanno di noi. Significativo in tal senso è un paragrafo letto dalla studentessa Valentina Marletta.

«Cosa ricordano gli altri di noi? Il broncio di una mattinata storta dell'infanzia, l'espressione attonita di un primo giorno di scuola, il primo bacio. Un'antipatia feroce nata dal pregiudizio, talvolta una simpatia. Forse, talvolta una benevolenza guadagnata con poco, con niente. Un tratto caratteriale che si impone più del dovuto, a svantaggio di una verità più complessa e più contraddittoria. Mai dovessero sorprendersi a ricordarmi! Che avrebbero da testimoniare i cosiddetti conoscenti? Riconosciuti poco e male? Mi sembra di vedere solo sguardo interdetti, straniti, orbite sgranate di fronte a qualche enormità: una battuta imbarazzante, una battuta greve, una disattenzione che ferisce, certi silenzi, risposte mancate o anche solo inadeguate».



Mauro cerca di ricostruire i ricordi delle persone che ama, e di sbrogliare una matassa che riguarda anche lui, proponendo una sua versione della storia. Ma i ricordi possono sempre ingannare, e ci si può trovare di fronte a dei tasselli sconnessi, quindi a delle domande difficili a cui rispondere, disastri climatici a cui porre rimedio. Perché è proprio questo il tema centrale affrontato da Paolo di Paolo nel romanzo: la memoria è tormento. Non è solo uno stormo di dolci ricordi. Ricostruirla fa male, ed è difficile leggere la nostra esistenza mentre viviamo, e ancor più ripercorrere a ritroso tutta la nostra storia, raccontarla come un documentario anziché distorcere la verità. E i tasselli che mancano sono immagini pregnanti. Sono i volti di persone perdute, o da ritrovare: Fiore, Arno, il vecchio Cardolini, Mary, la Ragazza belga di Madrid. Anna. Dove sono tutti? Riuscirà a ritrovarli? Riuscirà Mauro a ricomporre la sua vita affettiva, e ad uscire vivo dalle sue glaciazioni, delle quali è metafora il lago che ha studiato per anni e che, forse, può aiutarlo a trovare le risposte che cerca?

Ci auguriamo che il lettore possa avvicinarsi a questo libro per conoscere la risposta, grati del fatto che siano sempre di più le realtà culturali che, come la "Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling Viagrande Studios", l'associazione "TerSicula" e la "Scuola di Musica Giuseppe Finocchiaro", amano promuovere l'ottima narrativa italiana. Per conoscere queste realtà rimandiamo ai seguenti link:

https://viagrandestudios.com/formazione/scrittura-2/

https://www.facebook.com/tersicula

https://www.facebook.com/profile.php?id=100084548775112

Oltre alle lettrici sopra citate, hanno prestato la loro voce alle parole di Di Paolo, con molta passione ed efficienza Vera La Rosa, Francesca Laguzza, Rosalba Laganà, Federica Catalano.

Alla fine dell'evento le ragazze hanno coinvolto il pubblico in un cruciverba inerente ai contenuti delle letture. Il premio in palio è stato proprio il libro "Romanzo senza umani".

 

Francesca Sanfilippo


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