SAN VALENTINO SI O NO

 

Roba da cinici o single acidi il disprezzare la festa degli innamorati

 


Ecco siamo arrivati, anche quest’anno, alla fatidica domanda: San Valentino si o San Valentino no?

Non è una domanda marzulliana, credo che ci sia anche da fare un po' di chiarezza.

Tutti, grosso modo, crediamo che chi si ama, non ha bisogno di una festa comandata per dimostrarselo. Per chi, fortunatamente, è innamorato è festa tutti i giorni, almeno così si dice.

 

Le persone ciniche guardano a San Valentino come una festa commerciale tra Natale e Pasqua per smuovere l'economia: l'industria di dolci e di i gioiellieri ci guadagnano, e ancora, i ristoranti ci guadagnano. Detto così, ormai è: Amore poco, soldi tanti.

Poi c'è l'ideologia degli estremisti, cioè di quelli che se non ricevono gli auguri a San Valentino si sentono trascurati, che, addirittura, devono obbligatoriamente mangiare la pizza a forma di cuore, altrimenti vuol dire che "la nostra storia è in crisi".

E per finire ci sono i single inaciditi, che in risposta alla festa degli innamorati, si sono creati la festa dei single il giorno dopo.

 

Per qualche tempo ho frequentato un gruppo ragazze che nel loro essere single non erano veramente felici e convinte, rosicavano ogni volta che vedevano una coppia, e a San Valentino, apriti cielo! Era un lamento continuo su quanto fosse "una festa di mer**". Però una volta agganciato un ragazzo, per loro è diventata la "festa più bella del mondo".

 

Vi riporto ciò che Alberto Angela dice ad Alicia kingsley proprio sull'argomento:

«Quella che oggi conosciamo come San Valentino, la festa degli innamorati che si celebra il 14 febbraio, ha in realtà origini molto antiche. La festa prende il nome da, appunto, Valentino, martire cristiano di Terni che proprio il 14 febbraio del 273 d.C. fu torturato e decapitato sulla scia delle persecuzioni religiose. Ma la festività di San Valentino fu istituita solo nel 496 d.C. da Papa Gelasio I, probabilmente per cristianizzare la festività pagana che si celebrava nei medesimi giorni di febbraio, ossia i lupercalia.

Ma perché proprio Valentino e non un altro santo è stato incoronato patrono degli innamorati? Perché lui, nella sua attività religiosa, si distinse per l'appoggio che diede a tante coppie nel coronare il loro sogno d'amore. Due, sono i fatti salienti che ricordiamo: Valentino donò una somma di denaro a una povera fanciulla senza mezzi, come dote, perché senza non avrebbe potuto sposarsi, restando con l'unica scelta quella di prostituirsi. Il secondo episodio per cui è ricordato San Valentino, è ancora più commovente: secondo alcune fonti Valentino sarebbe stato giustiziato perché aveva celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia e il legionario romano Sabino, di fede pagana: la cerimonia avvenne in fretta, perché la giovane era malata; i due sposi morirono, insieme, proprio mentre Valentino li benediceva».

 

Da questo punto citato, assieme ai molti riferimenti alla festa degli innamorati, nelle opere di Geoffrey Chaucer, o nell'Amleto di Shakespeare, possiamo affermare, a mio avviso, che ci sono prove sufficienti per smentire i cinici e la loro teoria del "è solo una festa commerciale fatta apposta per obbligarti a spendere". Quando la tradizione è nata erano ancora lontani i tempi dei bombardamenti mediatici a colpi di spot di cioccolatini, intimo e bracciali su tv, manifesti e social.

 

Vorrei rivolgermi a tutti i single incidenti che: invidiare le coppie non vi farà stare meglio, in fondo l'invidia è da sempre per gli infelici. Le energie che sprecate a parlare male delle persone fidanzate impiegatele per stare bene con voi stessi e migliorare il vostro rapporto psico-fisico.

Ricordo però che San Valentino non è una medicina: se una coppia tutto l'anno litiga, scambiarsi i regali e mangiare pasticcini il 14 febbraio, quasi sicuramente non risolverà i loro problemi. Poi ci sono le persone, come me, single non per scelta propria ma perché la disabilità fa paura, da entrambe le parti. Allora impari a pensare a te stessa, senza alcuna invidia verso gli altri, ma anche con la costante paura di affidare la tua vita e i tuoi sentimenti, soprattutto, i bisogni a qualcun altro.

 

Allora, San Valentino si o no?

 

Iniziamo con il sfatare la fesseria: "per me San Valentino è ogni giorno".

Aaaahhh!!!

La quotidianità di ognuno, oltre ad essere stressante, è fatta di situazioni e priorità che fisiologicamente tendono a distogliere le attenzioni dal partner.

In più stare in intimità non è così facile ed immediato, in modo particolare se la relazione non è più nelle prime fasi dell’amore quando la chimica non ha più gran voce per “farsi sentire” e dettare tempi e priorità. Non è una regola che può essere generalizzata certo, ma ci sono delle situazioni in cui avere delle ricorrenze prestabilite può essere uno stimolo in più, per ritagliare del tempo da regalarsi.

 

Ovviamente ogni coppia è dotata di libero arbitrio e festeggiare il proprio amore quando più lo ritiene opportuno o quando può. Ecco perché San Valentino può essere uno dei tanti momenti in cui la coppia si ritaglia un momento tutto dedicato a Sé.

Naturalmente, se osserviamo con gli occhi del business notiamo che: le parola d’ordine per far colpo anche a San Valentino è stupire con regali o sorprese per il partner (viaggi, gioielli). Il vero stupore non è dato dal numero di zeri presenti nell’assegno servito per l’acquisto di un regalo perché l'importante è comunque stupire. Non esiste una regola, nessuna evidenza scientifica che ci attesti se "festeggiare San Valentino fa bene alla coppia". Mio umile e modesto parere è che: in una coppia l'importante è prendere il proprio tempo, spazio. E capire che festeggiare una ricorrenza non debba essere vissuto come un obbligo.

 

Buon San Valentino a tutti!

 

 

Viviana Giglia

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