CIAO MAURIZIO

 

Omaggio ad un grande uomo che ha fatto una grande parte di storia della comunicazione, della cultura e della tv italiana

 


In un normale venerdì di Febbraio, lo scorso 24, quando impazza sui TG nazionali e sui social la notizia della morte di Maurizio Costanzo.

 

Nato a Roma il 28 agosto 1938, Costanzo ha firmato decine di programmi radiofonici e televisivi e di commedie. Ha raggiunto la grande popolarità nel 1976, conducendo in Rai il talk-show “Bontà loro”. Ma il suo nome è legato anche, e soprattutto, al Maurizio Costanzo Show, in onda dal 1982 su Mediaset. Talk che ha celebrato 40 anni nel 2022 e che il 25 novembre dello stesso anno sul palco del Teatro Parioli (la sua seconda casa) a Roma, ha chiuso il suo ciclo: con oltre 4.400 puntate all'attivo è il talk show più longevo della televisione italiana, 

Possiamo dire che il "Maurizio Costanzo Show" ha indubbiamente scritto pagine importanti di storia della televisione italiana e il suo esordio televisivo è datato settembre 1982: su Rete 4 viene proposto il format, che aveva come cornice il Teatro Parioli di Roma, ma nel 1987 approda a Canale 5 e diventa un appuntamento quotidiano. Il programma ha visto passare sul proprio palcoscenico i personaggi più importanti dello spettacolo, della cultura e della politica italiana, premi Nobel, musicisti, scrittori, gente comune. Molta risonanza hanno avuto le campagne contro la mafia, le denunce nei confronti delle condizioni disagiate dei malati mentali, campagne ambientaliste o a favore dell'organizzazione non governativa come Emergency.

Costanzo, legato alla Sicilia, era finito nel mirino di Cosa nostra, soprattutto per le sue trasmissioni tv. E per questo la cupola decise che doveva essere messo a tacere, per sempre. Un commando guidato da Matteo Messina Denaro si trasferì a Roma e preparò l'attentato di viale Parioli.

 

Avevo appena 10 anni ma ricordo bene le stragi del '93. Solo dopo un anno dalle stragi di Capaci e via D'Amelio, un’autobomba aspettava anche lui in via Fauro nel quartiere Parioli di Roma. Ma riuscì ad evitare l' attentato per una serie di eventi casuali. Per questo motivo fu costretto a vivere sotto scorta per oltre 30 anni.

Il giornalista romano trattò spesso temi scottanti riguardanti la Sicilia. Indimenticabile la sua intervista all'amico Giovanni Falcone. Sicuramente la scena più epica è quella in cui Costanzo bruciò in diretta una maglietta con la scritta "Mafia made in Italy".

 

A proposito di Sicilia, più volte ospiti del programma i fratelli Jennifer e Joe Schittino, apprezzati protagonisti nell’ambito della musica d’arte.

Non si può non ricordare agli esordi giornalistici di Costanzo l'intervista, nel 1959, a Totò il Principe della risata: fu pubblicata il 13 agosto su Tv Sorrisi e Canzoni. La foto che li ritrae assieme fu scattata da Giuseppe Palmas. Ai tempi dell’incontro il giornalista romano aveva circa 21 anni. Nutriva una forte passione per la scrittura, reduce da una esperienza giornalistica da volontario nella redazione sportiva di Paese Sera e inviato dal dal vicecaposervizio Antonio Ghirelli a seguire il giro in Belgio di ciclismo. Successivamente arriva l’incontro con Totò per Tv Sorrisi e Canzoni. L’attore raccontò al giovanissimo cronista della sua operazione agli occhi e di musica. Diceva l’attore a Costanzo riferendosi alla musica che si andava imponendo in quegli anni dopo il grande successo di Nel blu dipinto di blu : «La canzone in altri tempi serviva per fare le serenate, per conquistare il cuore delle ragazze. Adesso le serenate si fanno solo per innamorate sorde».

 

Marta Flavi, giornalista e conduttrice televisiva che alla fine degli anni Ottanta si sposò con Maurizio Costanzo era la sua terza moglie: prima c’erano state Lori Sammartino e Flaminia Morandi. Ma la loro unione non durò. Perché nel frattempo il giornalista aveva intrecciato una relazione con Maria De Filippi. «Avevo iniziato la storia con Maria, stavo parlando con lei dal mio ufficio, a un certo punto una terza voce si infila e dice: “Maurizio, sono Marta”. Non negai, ma passai una notte complicata. Finì male» furono le parole di Costanzo ricordando la vicenda. Nel 1995 Costanzo ha sposato Maria De Filippi e la loro unione è durata fino all’ultimo.

 

Tra i suoi programmi più noti, anche Buona domenica.

Ha scritto numerosi libri, tra i quali Chi mi credo di essere (2004, in collaborazione con G. Dotto), E che sarà mai? (2006), La strategia della tartaruga (2009), Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi (2015), Vi racconto l'Isis (2016) e Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti (2022).

 

Lunedì 27 febbraio presso Chiesa degli artisti, Roma, si sono celebrati i funerali solenni del giornalista scomparso a 84 anni il 24 febbraio a Roma, con diretta tv Rai e Mediaset.

La basilica gremita di protagonisti del mondo del giornalismo, della politica e dello spettacolo, da Pier Silvio Berlusconi, seduto in prima fila accanto a Maria De Filippi, a Paolo Sorrentino, da Gerry Scotti, che ha letto alla fine la Preghiera degli Artisti a Sabrina Ferilli. Insieme fra gli altri al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Funerali celebrati da Don Walter Insero, il parroco casertano che nell’agosto 2011 è stato nominato Rettore della Basilica Santa Maria in Montesanto in Piazza del Popolo, la Chiesa degli Artisti. La scorsa primavera ha coordinato la comunicazione, a nome della Diocesi di Roma, della canonizzazione dei due Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. La sua omelia ricca di aneddoti di una profonda conoscenza della storia e del pensiero del giornalista. Sicuramente uno dei più emozionanti momenti sono state le parole della primogenita di Costanzo: «Non hai avuto tre figli, ma tanti tanti di più - dice nel suo ricordo Camilla che ha parlato anche a nome dei fratelli Saverio e Gabriele - Hai cambiato destini, intuito talenti, incoraggiato e spronato. Abbiamo consolato persone in lacrime, più attonite di noi nel sapere che non c'eri più. A noi figli lasci un'eredità importante e il tuo più grande insegnamento, l'umiltà». Adesso «ti immaginiamo in Paradiso, mentre organizzi un talk show» e «continuerai a vivere in tutti noi».

In conclusione don Walter ha detto:

 

"Si è chiuso il sipario ma è finito il primo atto".

Il feretro lascia la chiesa sulle note della sigla del Maurizio Costanzo Show tra una folla commossa.

 

Sicuramente Maurizio Costanzo può piacere come no, ma la verità è che comunque un uomo che ha fatto una grande parte di storia della comunicazione, della cultura e della tv italiana, non potevo non omaggiarlo su Sicilia Giornale.

A quasi 40 anni vi svelo un segreto: mi sarebbe piaciuto molto andare al Maurizio Costanzo Show a presentare un mio libro e parlare di disabilità.

Grazie Maurizio!

 

«Il mio motto è: chi si ferma è perduto. Seguo un insegnamento di Piero Angela, che mi disse di tenere sempre la mente in funzione. Abbiate progetti, giocate, pensate, anche alle parole crociate, tenete sempre il cervello in movimento». Maurizio Costanzo

 

 

Viviana Giglia

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