Nelle viscere del Monastero dei Benedettini di Catania Angelo D'Agosta porta in scena il decimo e l'undicesimo canto dell'Odissea

 

Sabato 11 marzo e domenica 12 marzo le antiche cantine del Monastero dei Benedettini di Catania sono state la cornice e al contempo il labirinto per un viaggio teatrale a cura dell'associazione culturale Officine Culturali, "Ulisse all'Inferno", di e con Angelo D'Agosta.

 

Lo scopo di "Officine Culturali" e di D'Agosta è stato quello di far dialogare due beni culturali: alcune vicende narrate dall'Odissea, pietra miliare della tradizione epica occidentale, e le cantine settecentesche del Monastero dei Benedettini, caratterizzate dalla roccia lavica del 1669.

 

Esse rappresentano un tesoro archeologico che per il suo fascino antico, che un po' richiama un paesaggio lunare, e per l'alone misterioso e cupo che lo contraddistingue, si presta splendidamente allo scenario infernale in cui si snodano le vicende narrate nel decimo e nell'undicesimo canto del poema omerico.
 

La performance inizia con con un'entrata in scena molto ad effetto: Angelo D'Agosta impersona un Ulisse che corre in monopattino fino all'ingresso delle cantine e richiama l'attenzione degli spettatori e delle spettatrici guidandoli dà lì in poi in una sorta di tour nelle viscere del Monastero, che diventa anch'esso protagonista dello spettacolo, così come lo sono il pubblico, l'attore, i personaggi da lui interpretati e le intramontabili parole di Omero.

 

D'agosta si propone come un "NarrAttore" che, mentre racconta le vicende al pubblico dà vita, grazie al trasformismo e all'empatia che devono contraddistinguere ogni attore competente, ai personaggi salienti della vicenda, come la maga Circe, figlia del Sole, con la quale Ulisse si unisce in amore per un anno, e che poi concede all'eroe di ripartire con il suo equipaggio e tornare a casa, suggerendogli di passare prima dal regno dell'Ade, alla soglia del quale potrà compiere un rito sacrificale volto a richiamare le ombre dei morti necessario a farsi predire dall'ombra dell'indovino Tiresia, altro personaggio a cui D'Agosta da voce, se tornerà a Itaca. O come Elpenore, compagno di viaggio di Ulisse fino all'approdo nell'isola di Eea, morto dopo essere caduto dal tetto dell'abitazione di Circe. È lui la prima anima che Ulisse vede durante l'evocazione dei morti, e poiché una volta morto non è stato tumulato, trovandosi per questo al di fuori del regno degli inferi, prega Ulisse di dargli adeguata sepoltura. Alcuni di questi personaggi sono stati presentati, quasi dipinti da Angelo D'Agosta, ricorrendo all'uso di maschere e altre tecniche poco conosciute, mutuate dal teatro di figura. È questa una delle cifre più originali della performance che ha stupito non poco gli spettatori e le spettatrici.


 

La Sala Rossa Antonino Leonardi, uno tra i simboli del recupero contemporaneo del monastero, dotata del suo caratteristico solaio rosso e il gioco di luci e ombre sulla roccia lavica, è l'ultima tappa e il fulcro di un viaggio teatrale itinerante dalla scenografia essenziale ma raffinata, durante il quale non mancano momenti di grande ilarità e nemmeno, come in ogni tour che si rispetti, attimi costellati da musica e parole. La colonna sonora della rappresentazione è "Itaca", capolavoro dell'indimenticabile Lucio Dalla e canzone ancora attuale poiché ci fa pensare ai tanti mancati ritorni dai fronti di guerra o ai tanti mancati arrivi (per mare) dai fronti della disperazione.

 

"Capitano che hai trovato principesse in ogni porto, pensi mai al rematore che sua moglie crede morto?"

 


Angelo D'Agosta, classe 1985, è attore, regista e autore teatrale. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università di Catania si diploma alla Scuola d'Arte Drammatica "Umberto Spadaro" del Teatro Stabile di Catania.

Perfeziona negli anni la sua formazione studiando con maestri nazionali e internazionali e diventa il più giovane visitor professor alla Scuola d'Arte Drammatica del Teatro Stabile di Catania. Recita in siciliano, italiano e spagnolo e attualmente è docente di Drammaturgia presso "Viagrande Studios". Si è esibito nello spettacolo Il lungo pranzo di Natale di T. Wilder, in Agata, la Santa Fanciulla, e nella rappresentazione L'Inferno di Dante al Castello Aragonese, tutte e tre le pièce sono state girate da Giovanni Anfuso e prodotte da Buongiorno Sicilia per la Regione Sicilia.

 

Durante la sua carriera ventennale ha lavorato sia per la televisione che per il teatro ed è stato autore e regista di spettacoli a tema sociale e di forte impatto emotivo, che ritraggono tematiche ancora oggi scottanti, come l'abuso ai minori, la violenza di genere, e l'emancipazione femminile, che non si è ancora realizzata in tutti i Paesi del mondo. Significative in tal senso sono state La favola di Iqbal, nel 2013, e Malala, questa è la mia storia, nel 2016.

 

Infine è già stato protagonista al Monastero dei Benedettini con Mille miglia lontano, anche in questo caso in collaborazione con "Officine Culturali", organizzazione no profit che dal 2009 si occupa con impegno encomiabile della promozione e valorizzazione del patrimonio culturale della città di Catania favorendo l'unione e la contaminazione di diversi linguaggi artistici, per organizzare eventi culturali e di intrattenimento, al fine di trasformare i beni culturali in spazi di aggregazione e di integrazione all'interno del territorio catanese.

 

Le prossime repliche dello spettacolo "Ulisse all'Inferno" si svolgeranno nei giorni 25 marzo, alle 19.30, e 26 marzo alle 21.00, nella stessa suggestiva location della settimana scorsa.

 

 

Francesca Sanfilippo

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